Il Teatro Counseling®

 

Il counseling

 

 

 

Dal counseling al Teatro Counseling

 

Che cos'è il Teatro Counseling®

Il TeatroCounseling® è il risultato dell’interazione tra arte drammatica e counseling, dove le tecniche teatrali vengono usate con l’obiettivo di sbloccare le tensioni a livello familiare o lavorativo e tutto quello che riguarda il rapporto con il quotidiano, risolvere, quindi, conflitti e raggiungere una maggior conoscenza di sé stessi.
(Marisa Miritello,
Counselor somatorelazionale. Counselor trainer.Operatrice in metodi attivi psicodrammatici di gruppo. Attrice/regista. Didatta fondatrice di Teatro Counseling®)

 

Il teatro permette di lavorare su di sé potendo sperimentare parti di noi stessi, nascoste, lontane, o che neppure conosciamo, ma che possiamo vivere nel qui e ora dello spazio scenico.

 

Il TeatroCounseling® utilizza, da una parte, il training teatrale e le tecniche dell’improvvisazione, [tecnica spontanea e creativa] per entrare in contatto con la nostra parte inconscia e, dall'altra, le pratiche della relazione d’aiuto di Carl Rogers [fondatore del Counseling e della Psicologia Umanistica] con un preciso riferimento alla terapia centrata sul cliente.

Carl Roges osserva che “la vita è un processo attivo, non passivo. Sia che lo stimolo derivi dall’interno o dall’esterno, sia che l’ambiente sia favorevole o sfavorevole, è certo che l’organismo è teso ad assumere comportamenti tali da mantenere, migliorare e riprodurre se stesso.”

 

Un incontro di TeatroCounseling® di gruppo si sviluppa in tre parti:

             Fase 1               PreEspressiva - Attivazione (di fondazione)

Durante questa fase possono essere proposti:

Il fine è quello di creare un clima ludico, positivo, di fiducia reciproca così che sia più facile per i partecipanti aderire alle proposte lasciando agire la parte più istintiva, fisica, emozionale. Non solo, in questa fase il Teatro Counselor avrà cura di scegliere esercizi, giochi e attività finalizzati all’obiettivo che si vuole raggiungere.

Durante la fase di Attivazione (o riscaldamento) faremo uso della pratica della Bioenergetica [ideata dallo psicoterapeuta americano Alexander Lowen] in particolare del Grounding che significa “avere i piedi sulla terra” per Lowen il terreno è interpretato come il simbolo della madre. Il radicamento è un obiettivo fondamentale del lavoro della bioenergetica e serve a riportare la persona nelle gambe e nei piedi e fa si che “si lasci scendere” e che il suo centro di gravità si abbassi. Il lavoro, le circostanze della vita ci costringono a “stare” nella testa impedendoci di vivere in modo completo le nostre emozioni.

Luciano Marchino [psicologo, psicoterapeuta e analista bioenergetico] in una lezione ci ricordava che l'uomo senza mangiare può vivere diverse settimane, un po’ meno se non beve, se non respira sopravvive pochi minuti ma, senza il terreno sotto i piedi, non può vivere neppure un secondo.

             Fase 2               Espressiva (di creazione)

Questa fase si concretizza attraverso una messa in scena, un elaborato, un’improvvisazione di ciò che è emerso. Il partecipante al laboratorio lo vede realizzato, portato alla luce, manifestato.

Può accadere che il conduttore intenda lavorare in modo diverso, attraverso una drammatizzazione di un fatto realmente accaduto o una concretizzazione di un’emozione.

Questo tipo di lavoro è molto importante perché nello spazio scenico di semi-realtà, e attraverso il lavoro svolto nella fase pre-espressiva, il partecipante può portare fuori da sé un’emozione e sentire e vedere come agisce in lui; o può rivivere un particolare momento della propria vita, agirlo, vederlo interpretato da altri e trovare, magari, forza e voce perché il finale possa essere diverso. È possibile “agire” e lavorare anche con le metafore (Mi sento come intrappolato in un blocco di ghiaccio…).

             Fase 3               Post-esperssiva (di conclusione)

Durante questa fase si verbalizza quanto emerso durante l’incontro. Si porta l’esperienza vissuta emotivamente alla consapevolezza cognitiva; la si interiorizza, la si porta da un piano sensoriale (dei sensi, del sentire, emozionale) ad un piano cognitivo (della testa, della consapevolezza).

Ognuno risponde portando la propria verità che non deve essere contestata o appoggiata attraverso una dialettica tra i partecipanti (Quello che hai vissuto tu mi ha fatto pensare che io…).