La ragazza con la macchina da scrivere

venerdì 18 set 2020

Recensione di Alice Fucina

La ragazza con la macchina da scrivere

di Desy Icardi

La ragazza con la macchina da scrivere

di Desy Icardi

Fazi Editore

collana Le strade

uscito il 20 febbraio 2020

p. 366

 

La ragazza con la macchina da scrivere, ultima opera della scrittrice Desy Icardi, è più di un libro: è un viaggio nel passato di Dalia, la protagonista settantenne che dopo il suo piccolo incidente -un ictus- cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita per risolvere il mistero dell’anello da tenda che ritrova ovunque, come se fosse un promemoria di cui lei non ricorda nulla.

 

Leggendo questo libro non mi è sembrato di essere uno spettatore esterno e lontano da ciò che accadeva, bensì l’impressione che ho avuto è stata quella di vivere i ricordi di Dalia in prima persona, viaggiando e soffrendo con lei quando non riusciva a unire dei tasselli nei suoi ricordi.

 

La fantastica Olivetti rossa diventa quasi la protagonista quando Dalia si lascia andare alla scrittura, tramite la quale, grazie a una sorta di tranche nella quale spesso entra la protagonista, riesce a ripercorrere tutti gli eventi salienti della propria vita, arrivando finalmente a venire a capo del mistero dell’anello da tenda.

 

Con una scrittura semplice, ma mai banale, la scrittrice coinvolge il lettore, rendendo un libro un diario di vita ritrovata della protagonista.

 

La narrazione si articola su due piani temporali, uno del presente, dove Dalia cerca insistentemente di viaggiare nei suoi ricordi e uno del passato, dove essa è nei suoi ricordi e li racconta in terza persona. Questa particolare suddivisione del libro cattura l’attenzione, ricordando al lettore che la Dalia settantenne dopo il piccolo incidente c’è, così come quella prima di esso.

 

L’impressione è quella di vedere due persone diverse e sicuramente è così, dal momento che l’esperienza dell’ictus ha trasformato Dalia e la sua capacità di ritrovare i ricordi, ma esse sono legate da un filo indistruttibile che in certe parti del libro appare evidente: quando la protagonista sente il formicolio alle mani e il bisogno di scrivere è la Dalia di prima a guidarla, come se volesse spingerla a una conclusione.

 

Il finale, sebbene un po’ veloce, è un finale aperto che lascia il lettore soddisfatto delle risposte ottenute da Dalia, ma curioso del proseguimento.

 

Questo libro è una lettura piacevole, che in certi punti tiene il lettore attaccato alle pagine e gli fa dire “ancora un capitolo”.

                                                                                                                                                                                                                                Alice